Vacanze in Francia (1)

Sono rientrato da qualche giorno dalle vacanze in terra francese in compagnia di alcuni amici che conosco da anni. Purtroppo la seconda metà della vacanza è stata funestata dalla pioggia. Ne approfitto quindi per spezzare il resoconto in due post.

Primo giorno
La partenza è fissata alle 00.00 del giorno 13 agosto 2007. Con gli amici Ruggero, Chiara, Marta ed Anna, siamo saliti sul camper e siamo partiti alla volta del confine Italia-Francia di Ventimiglia. Il primo turno di guida spetta a me: essendo la prima volta al volante di un camper preferisco prendere confidenza sulle strade italiane.

Tutto bene fino a pochi chilometri dal confine, dove, intorno alle 4.30, decidiamo di sostare nella piazzola di un autogrill per riposare un po'. Dopo circa due ore di sonno ripartiamo con alla guida Ruggero. Il suo turno prevede l'arrivo ad Avignone per l'ora di pranzo. Di Avignone visitiamo la residenza papale e i giardini (sui quali schiacciamo un veloce pisolino). Entro sera arriviamo a Carcassonne, famosa cittadina medievale.

Ci arriviamo in serata: cena sul camper e andiamo a nanna verso mezzanotte.

Abbiamo fatto circa 1000 km e siamo tutti un po' stanchi. Ma nel giro di due ore il sonno verrà interrotto bruscamente.
Secondo giorno
All'1.30 di notte circa Chiara si sveglia per un fortissimo dolore all'addome. Corriamo all'ospedale di Carcassonne (vi lascio immaginare come trovarlo al buio in una città in cui siamo arrivati poche ore prima). Arriviamo al pronto soccorso ed aspettiamo più di un'ora, nonostante ci siano non più di tre pazienti (non gravi). Chiara risolve la questione espellendo un bastardissimo calcolo renale e per le 4.00 siamo in camper a dormire.

Ci svegliamo intorno alle 10.00 di mattina (due giorni e 8 ore di sonno totali. Non male!)

Visita turistica della cittadina medievale sotto un sole che spacca le pietre. Molto interessanti la doppia file di mura e le viuzze. Non siamo entrati nel mastio.
Nel tardo pomeriggio ripartiamo alla volta di Bordeaux con il sottoscritto alla guida.

Ci arriviamo che sono passate le 22.00. Cerchiamo un posto dove parcheggiare il camper, cena e di nuovo a letto. Prima notte che riusciamo a dormire decentemente.

Terzo giorno
Visita della città di Bordeaux. Il grande viale lungo la Garonna è di fattura settecentesca e merita parecchio per le porte medievali, il cammino di St. James e le piazze. All'interno della città invece segnalo la cattedrale e i giardini botanici.

Nel tardo pomeriggio ripartiamo alla volta dell'oceano atlantico. Cerchiamo un posto dove accasarci col camper e lo troviamo a Pyla sur Mer, famosa per le sue altissime dune di sabbia. Sono alte 105m e lunghe 3km, mentre la larghezza è di "soli" 150-200 metri. Separano l'oceano dall'entroterra. Sono anche abbastanza scomode, visto che per arrivare al mare occorre scalarle.
Quarto e quinto giorno
Al mattino andiamo in spiaggia per il primo vero bagno nell'oceano. Passiamo una bella giornata ma decidiamo di cercare qualche posto più carino. Imbocchiamo quindi la strada costiera in direzione sud fino a che arriviamo a Biscarrosse-Plage.

Troviamo un interessante parcheggio custodito per camper in mezzo ad una pineta a pochi metri dal mare. Qui restiamo per ben due giorni godendoci il sole.
Sesto Giorno
Dopo pranzo decidiamo di scendere ancora a sud a Mimizan-Plage. Anche qui troviamo un parcheggio per camper (un po' sfigato al confronto di quello di Biscarrosse-Plage).

All'orizzonte si vedono i primi nuvoloni.

...continua...

Virtualizzazione e sicurezza

Da parecchi mesi si parla delle tecniche di virtualizzazione per realizzare sistemi informatici di molti tipi.

Il consolidamento di più host virtuali su un unico hardware permette di

  1. minori costi di hardware;

  2. centralizzazione facilitazione di gestione e manutenzione;

  3. facilità di ripristino e di roll-back in fase di test di un software;

  4. isolamento dell'host virtuale.


Durante una presentazione al SansFire 2006, Ed Skoudis e Tom Liston hanno presentato un talk molto interessante.

Le slide, disponibili qui, presentavano tool e tecniche utilizzabili da attacker remoti che cercano di capire se si sono introdotti in un "sistema fisico" o un "sistema virtualizzato".
Nelle ultime slide accennavano al passo successivo: l'evasione dall'isolamento della macchina virtuale (guest) per accedere al sistema che ospita la macchina virtuale (host). Questo permetterebbe ad un intruso di accedere ad un sistema decisamente più importante e critico rispetto alla macchina virtuale.

A distanza di un anno, al SanFire 2007, sono stati presentati alcuni tool e Proof of Concept di evasione dalle macchine virtuali. La presentazione non è ancora pubblicamente disponibile e in rete si trovano solo commenti da parte di chi ha potuto seguire l'intervento al SansFire.
Nel talk sono stati presentati alcuni talk che abusano di Vmware per accedere a risorse della macchina host dall'interno della macchina guest. Sono state inoltre presentate alcune possibilità per abusare di macchine virtuali non Vmware (Xen, Virtual PC, QEMU, BOCHS).

Attendo con trepidazione la pubblicazione del talk e nuovi sviluppi di queste tecniche di evasione dagli ambienti virtualizzati.

Per approfondire il discorso segnalo anche questo interessantissimo paper.

Mediante tecniche di fuzzing è stato analizzato il comportamento di alcuni sistemi di virtualizzazione molto diffusi.

I risultati sono molto interessanti: per alcuni sistemi è stato possibile effettuare una compromissione totale, cioè l'esecuzione di codice arbitrario sulla macchina host dalla macchina guest.

Sono anche stati trovate possibilità di compromissione parziali (lettura di memoria host dal guest) e di Denial Of Service (per esempio sspegnere o incasinare tutto il sistema di virtualizzazione a partire dalla macchina guest).

Prestigio!

A causa di impegni vari, riprendo a scrivere in questo blog con un mese di ritardo.

il primo luglio ho partecipato alla granfondo "Maratona delle Dolomiti" percorrendo il percorso lungo di 138km.

Con questa partecipazione ho raggiunto l'obiettivo minimo di 7 percorsi lunghi scelti tra 10 percorsi lunghi delle più famose granfondo.

Note positive:

  • l'anno prossimo potrò portare lo scudetto tricolore riservato ai soli Prestigiosi;

  • potrò partire più avanti in griglia;

  • non sarò soggetto alle estrazioni per partecipare alla Maratona delle Dolomiti.


Note negative:

  • affrontare il prestigio richiede notevoli sforzi fisici ed infatti adesso sono stanco e necessito di un po' di riposo;

  • le spese per iscriversi alle gare, per alloggiare durante il weekend delle gare, per lo spostamento in automobile non sono banali


Nonostante questo sono molto contento di aver raggiunto l'obiettivo alla settima granfondo su dieci. Ho avuto alcune difficoltà in alcune gare, ma la soddisfazione è tanta.
L'obiettivo per l'anno prossimo è di partecipare a tutte e dieci le prove del prestigio. Oltre a questo mi piacerebbe migliorare le prestazioni di quest'anno.

Granfondo Marco Pantani

Il nome è tutto un programma. Le salita sono tra le più famose e leggendarie della storia del Giro d'Italia.

Il Passo di Gavia reso leggendario dalla tormenta di neve del 1988.
Il passo del Mortirolo, teatro delle imprese di Pantani e di Gotti.

Il valico di S. Cristina (solo gli ultimi 7 km dell'altimetria), lungo il quale, nel 1994, sua maestà Miguel Indurain andò in crisi in seugito ad un attacco di Marco Pantani.
La granfondo Marco Pantani percorre queste tre salite dal loro versante "duro e puro". Il percorso passa per queste località:

Aprica, Edolo, Ponte di Legno, Passo di Gavia, Bormio, Mazzo, Passo del Mortirolo, Trivigno, Aprica, Valico di S. Cristina, Aprica.

Sono 172km circa per poco meno di 4200m di dislivello.

Ho partecipato a questa granfondo il 24 giugno 2007, la domenica successiva alla GF Campagnolo. E' stata molto molto dura, soprattutto perchè il Mortirolo spacca veramente le gambe con i suoi 12.5 km al 10% medio.

Il valico di S. Cristina, seppure meno impegnativa del Mortirolo, è un vero e proprio calvario se percorsa con le gambe già distrutte da Gavia e Mortirolo.

Da Edolo alla cima del Gavia sono salito con relativa calma per tenere un po' di energie.

Sul Mortirolo sono salito come potevo: rapporto piu' agile a disposizione e tanta sofferenza.

Sul S. Cristina ho messo nuovamente il rapporto più agile e sono salito con la forza della disperazione.

Alla fine il risultato è stato il seguente:

  • Lunghezza del percorso: 172.5km

  • Dislivello: 4200m

  • Tempo di gara: 7h 45m 58s

  • Tempo reale: 7h 38m 52s

  • Posizione assoluta: 446° su 1251

  • Posizione di categoria: 36° su 60


E con questa fanno 6 gare del Prestigio.

Granfondo Campagnolo

Il 17 Giugno ho partecipato alla granfondo Campagnolo, sicuramente una delle granfondo più dure d'Italia e d'Europa.

Ecco i dati della granfondo: 215km, 4500m di dislivello, salite famose come il passo Manghen, il passo Rolle, il passo Croce d'Aune.

Come per le altre granfondo sono partito sabato mattina e mi sono recato al ritiro del pacco gara, che in questo caso si trovava a Feltre. In seguito ho preso possesso della stanza d'albergo in localtià Cesiomaggiore e sono partito per fare una sgambata in bici di un'ora e mezzo. Alle 17.00 mi sono recato all'appuntamento con alcuni ragazzi del forum a Feltre per fare due chiacchiere. Rientro a Cesiomaggiore, una buonissima pizza caprese con aggiunta di mozzarelline e prosciutto crudo. Poi spesa rapida in un supermarket per prendere un po' di dolci e varie altre cose da mangiare prima di andare a letto. In albergo leggo qualche pagina sgranocchiando i dolci e mi addormento presto perchè la partenza è fissata alla 6.45 e la sveglia per la colazione è alle 5.00.

Domenica mattina mi reco in grigia non molto prima della partenza, tanto sono in penultima griglia, con davanti moltissime persone. Il pettorale assegnatomi è il 1945.

Si parte abbstanza forte come al solito, ma ben presto la strada si fa ondulata e sapendo che il percorso lungo è molto impegnativo, l'andatura cala un po'.

Si arriva alla prima salita: Castel Tesino, tutt'altro che irresistibile ma da prendere con calma per non andare subito fuori giri. Per questo motivo salgo agile senza forzare ma non riesco a sorpassare moltissimi ciclisti. La salita è molto bella perchè si inerpica all'interno di una valle molto stretta (osservandola da sotto ho pensato: "ma da dove passa la strada?"'.)
Appena in fondo alla discesa di Castel Tesino inizia quasi subito la salita più dura di giornata: il passo Manghen. Sono "solo" 24 km di salita per circa 1600m di dislivello, una delle salite più lunghe del panorama alpino. Per fortuna non è cattiva da subito. Mi fermo per qualche secondo a riempire le borracce e riparto: se avessi saputo che a metà salita c'era un rifornimento non mi sarei fermato. Al ristoro prendo al volo una mezza banana che ingurgito velocemente. Nella seconda parte della salita le pendenze si fanno più serie, soprattutto negli utlimi 6 km, costantemente intorno al 9-10 %. Mi viene natuirale salire forte, nonostante la tattica di gara che mi ero prefissato prevedeva un Manghen fatto piano fino alla cima.
Durante la salita raggiungo alcuni forumendoli partiti davanti a me, nell'ordine: Chopper, Giubbe, Fabione e Nicola.

In cima al Manghen mi fermo a rifocillarmi un po' e mi butto in discesa: i primi km sono abbastanza impegnativi per la sede stradale un po' stretta e per il fondo non perfetto. Però la strada migliora e in alcuni punti raggiungo velocità elevate (a fine giornata il contachilometri segna un 89 km/h di velocità massima)

Alla fine della discesa si forma un gruppeto di circa 10-15 ciclisti con i quali percorro la val di Fiemme in leggerrissima salita fino all'attacco del passo Rolle. La salita è un po' anomala: inizia con pendenze non dolcissime ma poi spiana per un lungo tratto centrale durante il quale si costeggia uno spettacolare lago. Però la salita riprende negli ultimi km vado un po' in crisi. Riesco comunque ad arrivare in cima e mi fermo a mangiare un panino col prosciutto fornito dal ristoro.

Purtroppo le nuvole oscurano la vista delle spettacolari pale di S. Martino di Castrozza e non riesco a godere appieno del panorama. Poco male: riparto in discesa, affollata da numerosi motociclisti. Grazie ad un ciclista particolarmente bravo in discesa e buon conoscitore della discesa scendo molto veloce (alcuni motociclisti risultano anche essere d'intralcio in alcuni punti).

In fondo alla discesa si forma un gruppetto tirato da un passistone che non chiede praticamente mai cambi (complimenti!) e, passando per qualche lunga galleria bagnata e non illuminata (che paura!), si arriva a Ponte d'Oltra dove inizia il passo Croce d'Aune. La salita non è durissima ma inizio subito a faticare e perdo le ruote dei migliori del gruppetto. Gli ultimi km del Croce d'Aune, dalle pendenze abbastanza elevate, mi costringono a mettere il rapporto più agile che ho (fino ad ora l'ho usato solo sul Mortirolo da Mazzo). Finalmente arriva la fine del Croce d'Aune e subito dopo inizia l'ultimo strappo di Pren.

Da qui in poi tutta discesa fino a Feltre, dove ci sono gli ultimi 300m di salita per giungere all'arrivo nel centro storico di Feltre.

Ecco i dati della gara:

  • Lunghezza percorso: 215

  • Dislivello: circa 4500m

  • Tempo Ufficiale 8:19:17.05

  • Tempo Reale 8:15:02.70

  • Media: Km/h 25,92

  • Pettorale: 1945

  • Posizione assoluta: 402° su 1701

  • Posizione di categoria: 47° su 110


E' stata una faticaccia, probabilmente la più dura granfondo che abbia mai fatto. L'anno prossimo il percorso cambia diventando ancora più duro. Speriamo bene!

La quarta vien da sè: Nove Colli

209 km, 3600m di dislivello, 11000 ciclisti, il pubblico della Romagna, il posto (Cesenatico) terra natia di un campione quale Marco Pantani.

Potrei fermarmi qui per descrivere la 37° edizione della Granfondo Nove Colli a cui ho partecipato ieri, 20 maggio 2007: ci sono tutti gli ingredienti per una manifestazione di assoluto rilievo. E così è stato.

Ma andiamo con ordine.

Sabato mattina sbrigo un po' di faccende a casa e parto alla volta di Cesenatico. Con calma arrivo e cerco l'albergo, che si trova a 20 metri dall'area Expo da visitare, con esposizione di tantissimi gioielli ciclistici.

Mangio una piadina e faccio un giro al'Expo per digerire. Poi rientro in albergo e mi faccio una sgambata di 40 km sulla statale adriatica in scioltezza, giusto per sentire un po' le gambe.

Alle 17.00 mi reco all'appuntamento con i ragazzi del forum per conoscere di persona alcuni di loro.

Poco dopo mi trovo con Matteo, un compagno di squadra per prendere un aperitivo rigorosamente analcolico e qualche stuzzichino.

Di seguito a cena in albergo, con classico piatto di pasta e secondo a base di pesce. Faccio due passi in giro per digerire la cena abbondante e poi vado a letto intorno alle 21.30.

La domenica la sveglia suona impietosa alle 4.30. Faccio una colazione molto abbondante, mi vesto e mi reco in griglia insieme a Matteo. All'ingresso in griglia blu ho già parecchi ciclisti davanti, nonostante siano le 5.30 (la partenza è programmata per le 6.15). Non mi sono portato nulla per coprirmi, visto che la giornata sarà soleggiata e fa un freddo cane.

Alle 6.12 si parte, senza particolari intoppi ed inizia la rimonta: in pianura si viaggia ad alta velocità e senza spendere troppe energie recupero parecchie posizioni. All'attacco della prima salita, il Polenta, conto più pettorali rossi che blu intorno a me: l'operazione di recupero posizioni è andata bene. Non forzo assolutamente sulle prime due salite (Polenta e Pieve di Rivoschio), nonostante le pendenze facili mi invoglino a spingere forte. Sul Pieve di Rivoschio incontro Soccio, un forumendolo, col quale scambio due chiacchiere e poi continuo col mio passo.
Arrivo al Ciola e anche questo non mi pare una super salita. Raggiungo Chopper, altro forumendolo, lo saluto e continuo. In cima al Ciola noto che la gomma anteriore è un po' sgonfia, mi fermo a controllare e decido di proseguire. Nel giro di 2 km sono fermo perchè ho forato. Cambio camera d'aria e nella fretta sbaglio ad usare la bomboletta, con il risultato di gonfiare la gomma a 2 bar circa, il minmo indispensabile per non fare toccare il cerchio per terra. Nel frattempo un'infinità di ciclisti mi ha sorpassato. Riparto per poco non cado alla prima curva: decido di scendere molto piano, quasi a passo d'uomo in curva, per non cadere e non rovinare le ruote. Arrivo finalmente all'assistenza poco prima del Barbotto. Chiedo in prestito una pompa e gonfio.

Riparto di slancio e faccio il Barbotto ad andatura forte e regolare ma senza strafare. Supero un po' di ciclisti. Lo scenario è molto bello, soprattutto l'ultimo km, con due ali di gente che incitano i corridori, come nelle salite del Giro d'Italia. Devo dire però che mi ha un po' deluso il Barbotto: le pendenze dichiarate sono esagerate nell'ultimo km il tratto al 18% non c'era (forse all'interno di un tornante), sarà stato al massimo un 14%.

Mi fermo al ristoro per riempire le borracce: il sole picchia forte e sudo molto.
Proseguo per il Monte Tiffi che passa abbastanza agilmente, ma nella discesa, abbastanza pericolosa nonostante l'asfalto buono, mi fermo insieme ad altri due ciclisti per prestare soccorso ad un corridore caduto e riverso poco fuori dalla strada. Chiamiamo il numero di emergenza e in pochi minuti arriva un signore dell'organizzazione in scooter che si ferma ad attendere l'ambulanza e ci invita a continuare la corsa.
Poco dopo raggiungo Airone del Chianti, altro forumendolo. Con lui proseguo sul Perticara, sul Pugliano e sul passo delle Siepi, alternandoci un po' a fare l'andatura in salita.

Nel frattempo mi fermo ad un altro ristoro per mangiare qualcosa e riempire nuovamente le borracce.

Arriva l'ultima salita, quel Gorolo che tanto è odiato dai corridori, con le sue pendenze elevate (qui le pendenze dichiarate sono abbastanza vere). Ho ancora un po' di energie e salgo ancora bene, nonostante siano già passati 170km e 8 colli. Recupero qualche posizione e raggiungo altri due forumendoli (Virenk e Nicola).

Negli ultimi 20 km di pianura sono in un gruppo con il quale arrivo al traguardo, stanco ma molto felice di aver concluso.

Ecco i dati della gara:

  • Lunghezza: 209 km

  • Dislivello: 3840m

  • Tempo ufficiale: 7h 12m 00s

  • Tempo Reale: 7h 03m circa

  • Posizione assoluta: 476° su 3795

  • Posizione di categoria: 45° su 268


Commento sulla gara:

Organizzazione eccellente: gestire 11000 ciclisti, dai cicloamatori evoluti che vanno forte come dei professionisti ai cicloturisti più calmi, non è facile.

Ristori abbondanti e posizionati nei punti giusti.

La giornata è stata molto bella con tanto sole ma temperatura non eccessiva.
Il pasta-party finale e il parcheggio biciclette è oprganizzato bene, ma sono scappato via subito perchè mi aspettavano 300 e più km per tornare a casa.

Davvero un'ottima giornata di sport, da ripetere nel 2008, per scendere sotto le 7 ore.

Non c'è due senza tre: Granfondo Felice Gimondi

Con qualche giorno di ritardo sono qui a raccontare la terza granfondo dell'anno 2007.

Domenica 13 maggio ho partecipato alla Granfondo Felice Gimondi, sicuramente una delle più conosciute e frequentate granfondo del nord Italia, probabilmente la più famosa in Lombardia.

Sabato pomeriggio sono andato a Bergamo, zona stadio, dove è situata la partenza e la distribuzione del pacco gara: veloce ricognizione dei primi 500m di gara e ritiro del pacco gara. Alla sera un'uscita rapida con gli amici e poi a nanna presto, visto che domenica la sveglia suona alle 5.00.
Come sempre, la sveglia è sempre poco gradita quando suona.

Mi preparo velocemente e parto alla volta di Bergamo. Arrivo abbastanza presto e riesco ad entrare in griglia circa a metà del gruppo: gli iscritti sono circa 4000, io ho il pettorale 2509.

Pronti via: per i primi km la velocità non scende mai sotto i 40km/h fino alla prima asperità, All'inizio di essa, il colle del Pasta, nulla di trascendentale, il gruppo si impianta, anche per colpa di un simpatico autobus che occupa un intera corsia, sebbene i cartelli indicassero chiaramente che la strada era bloccata in occasione della manifestazione ciclistica.

Col passare delle salite e dei chilometri rimonto un po' di posizioni. Nell'ordine le salite sono: colle del Gallo, Selvino, Forcella di Bura, Forcella di Berbenno, Costa Imagna-Valcava.

Fatico un po' sull'ultima salita ma riesco ad andare ad un buon passo che mi permette di raggiungere alcuni ciclisti. Con loro percorro gli ultimi 15 km di pianura dandoci cambi regolari.
Il percorso è immerso nelle valli bergamasche e i paesaggi sono davvero molto molto belli, anche se, viaggiando in gruppo, non  ho potuto ammirarli granchè.

Ecco i dati della gara che ho affrontato (percorso lungo):

  • Lunghezza: 165km

  • Dislivello totale: 2620 ufficiale (reale 2950 circa)

  • Salite: 5

  • Tempo di gara: 5 ore e 26 minuti circa

  • Tempo reale: 5 ore e 23 minuti circa

  • Posizione assoluta: 196° su 1808

  • Posizione di categoria: 19° su 91


E tra pochi giorni mi aspetta una delle regine del panorama granfondistico italiano: la 9 Colli.

Granfondo 10 Colli Bolognesi: e due!

Ed eccomi qua a parlare della seconda granfondo del 2007: la ventitreesima edizione della granfondo Dieci Colli Bolognesi, il giorno martedì primo maggio 2007.
Lunedì mattina sono partito alla volta di Bologna. Appena arrivato mi sono districato nella città e mi sono presentato all'agenzia di viaggi per sistemare il pernottamento. Poi ho ritirato il pacco gara e mi sono recato in Hotel. Infine ho preparato la bicicletta per la gara. Nel tardo pomeriggio mi sono recato alla partenza per visionare il percorso.

Ho poi fatto due passi in giro per la città per gustarmi un gelato e per comprare anche un libro.

A seguire cena e subito a letto perchè la sveglia sarebbe suonata presto il giorno successivo (6.00)

La mattina, dopo un'abbondante colazione, preparo la valigia e mi reco nella mia griglia: la seconda, avendo un pettorale abbastanza elevato (1402)
Come sempre le griglie vengono scavalcate dai soliti furbetti, ma va bè, ormai ci sono abituato.

Pronti via: i primi chilometri, tutti in pianura, passano velcoe, anche perchè il gruppo compatto viaggia ad alta andatura.

Arriva presto la prima salita e mi obbliga a salire deciso ma non troppo forte: di salite ce ne sono ben dieci e non è il caso di forzare da subito. Nonostante ciò recupero un po' di posizioni.

Continuo così fino alla sesta salita, cercado di dare il mio contributo davanti al gruppo a tirare, ma senza forzare troppo e senza strafare. Una mia pessima abitudine è proprio quella di essere generoso nei cambi e di tirare a lungo: per questo mi capita spesso di arrivare agli ultmimi chilometri di gare stremato.
Nello scendere dal sesto colle incappo in un errore abbastanza grave di valutazione di una curva: non mi accorgo che chiude parecchio e arrivo lungo in frenata. Nonostante un'inchiodata con intraversata del posteriore capisco di non poter restare in strada e scelgo quindi di uscire dritto nel prato sottostante. Per fortuna non c'è un salto nè uno strapiomb e riesco a fermarmi senza conseguenze. Risalgo il prato a piedi e mi rimetto in strada.

Con un po' di fatica recupero il gruppo e quando rientro due ciclisti gentilmente mi chiedono se l'escursione per prati non è andata tutto bene.

Il gruppetto piano piano perde alcuni componenti e si arriva infine ai -15km all'arrivo, con gli ultimi due colli da scalare.

La mente sadica degli organizzatori ha deciso che questi due colli avessero le pendenze più dure.

Sento che le gambe, nonostante la fatica, hanno ancora qualcosa da dare e provo a forzare un po' il ritmo, soprattutto sull'ultimo colle che presenta un'impennata finale superiore al 16%. Da li' in poi sono 3 km di discesa abbastanza impegnativa.

Alla fine arrivo 249° assoluto. Al rilevamento dopo poco più di metà gara ero 311°.

  • KM percorsi: 163

  • Tempo di gara: 5h 06'

  • Tempo reale:  5h 02'

  • Velocità media: 32.4 km/h

  • Posizione assoluta: 249° su 1676

  • Posizione categoria: 35°


In definitiva sono soddisfatto per vari motivi.

Innanzitutto credo di aver fatto una buona gara.

Oltre a questo aggiungo che sono arrivato all'arrivo stanco, sì, ma non devastato fisicamente come alla Granfondo Selle Italia.

Qualche giorno fa avevo interpretato alcune sensazioni come un possibile calo di forma, mentre forse erano solo sintomi di un affaticamento. Spero che la condizione migliori ancora, o almeno resti quella attuale...
Bene! Il prossimo appuntamento è per il 13 maggio sulle strade della provincia di Bergamo, per la Granfondo Felice Gimondi.

Esordio Stagionale: Granfondo Selle Italia 2007

Oggi ho partecipato alla prima granfondo della stagione 2007.

Si tratta dell'undicesima edizione della Granfondo Selle Italia, prima prova del circuito Prestigio 2007.
Sabato mattina, dopo aver caricato bagagli e bicicletta in auto, sono partito alla volta di Cervia, in provincia di Ravenna. Una volta arrivato e sistemate le pratiche in albergo, ho inforcato la bicicletta per fare un'oretta di sgambata.

In serata ho fatto un salto al centro Expo per ritirare il pacco gara e per cenare a base di piadina romagnola (veramente buona!) ed entro le 22.30 ero nel letto.

La mattina della domenica la sveglia suona alle 6.00. Preparo i vestiti per la gara e poi vado a fare colazione con gli altri ciclisti ospitati dall'albergo. Subito dopo mi reco in griglia.

Ho il pettorale 2141 (su quasi 5000 iscritti) e mi trovo circa a centro gruppo. Alle 8.00 lo speaker dà il via alla gara ma devo attendere almeno 5 minuti prima di muovermi, a causa dell'elevato numero di ciclisti che occupano il lungomare di Cervia.

I primi kilometri sono da standard delle granfondo: partenza a tutta ad almeno 40km/h di media. Pulsazioni a sempre sopra i 165 bpm ma s'ha da fà per non perdere posizioni: anzi provo a forzare per portarmi un po' avanti.

Ben presto arrivano le prime salite e anche su quelle forzo il ritmo, recuperando numerose posizioni. Pure in discesa non mi risparmio e stacco alcuni ciclisti, seppure sia la prima volta che percorro queste strade.
In totale pedalo per circa 100 km a tutta, dando cambi regolari in pianura e provando anche a tenere alto il ritmo del gruppetto in cui sono quando sono davanti. Supero in totale tre salite: Bertinoro, Barbotto (dal lato meno duro) e Ciola.

Tocca al Monte Cavallo, una salita con pendenze abbastanza importanti ed alcuni strappi violenti al 14%. Provo anche lì a forzare e mi trovo a scollinare da solo con un altro ciclista. Proseguiamo insieme fino all'ultima salita. Da lì in poi sono circa 30 km di pianura fino al traguardo. Veniamo raggiunti in breve tempo da un folto gruppo di circa 40 ciclisti che va a forte andatura.

Inizio a sentire la stanchezza, probabilmente non ho gestito bene le mie forze e sono andato troppo "fuorigiri": ben presto mi trovo in coda al gruppo e faccio fatica a tenere il passo, nonostante l'aiuto della scia.

Mi stacco e proseguo da solo con le gambe che protestano per la fatica: in testa iniziano a formarsi pensieri strani, voglia di fermarmi a riposare. Guardo indietro ed intravedo un altro gruppo che mi sta raggiungendo: questi sono un po' meno scatenati e riesco a stare con loro fino al traguardo. Sono in crisi nera, ho a malapena l'energia di arrivare al traguardo e non provo nemmeno a disputare la volata.

Alla fine arrivo 367° su 1892 classificati nel percorso lungo. 153 km per 2200 metri di dislivello. Tempo di gara: 4h58', tempo reale 4h52'.

Nonostante la crisi posso essere soddisfatto della prima gara: di solito fatico sempre moltonelle prime granfondo perchè gli allenamenti lunghi che faccio non sono mai a ritmi elevati (mi manca lo stimolo di compagni di uscita che vadano forte).

Prossima gara il 1° Maggio a Bologna (Granfondo 10 Colli Bolognesi), seguita a ruota dalla Granfondo Felice Gimondi e dalla Nove Colli.
Adesso ho un mese per allenare la distanza e il dislivello notevoli che affronterò nelle prossime granfondo: spero in bene.

Ancora Solaris e storie dell'orrore di sicurezza informatica

Dopo il redivivo Ping Of Death della settimana scorsa, un altro grave buco in Solaris.

Pare che il bug di sicurezza sia relativo solo alla versione 10 di Solaris (e alla futura release 11) e non affligga le versioni precedenti.
In sostanza si tratta di una vecchia vulnerabilità che nel 1994 affliggeva AIX e Linux.

Stando ad una e-mail comparsa sulla mailing-list Full Disclosure, è possibile effettuare un login remoto, anche come root, senza conoscere la relativa password. E non è nemmeno necessario scrivere exploit astrusi per farlo: è sufficiente un normalissimo client e digitare al prompt dei comandi, sostituendo user con l'utente che si vuole usare:
telnet -l "-fuser" hostname
Da brividi, no?

Per fortuna telnet non è più molto diffuso come protocollo, ma assicuro che è ancora utilizzato in alcuni contesti.
Riferimenti:

La mail su Full Disclosure

Riferimento CVE

Riferimento della vecchia vulnerabilità del 1994

Alla ricerca di un nuovo algoritmo di hash

Qualche anno fa, in fatto di standard, il noto algoritmo di cifratura DES (Data Encryrtion Standard), tuttora impiegato in alcune sue versioni, è stato abbandonato in favore di AES (Advanced Encryption Standard). Questo avvenne perchè un gruppo di ricerca riuscì a costruire un elaboratore capace di "rompere" l'algoritmo in poche ore.
Il NIST (National Institute of Standard and Technologies) organizzò un bando a cui parteciparono alcuni gruppi proponendo un proprio algoritmo di cifratura: era il 1997. Dopo alucni anni di valutazione fu dichiarato vincitore Rijndael, tuttora diventato l'algoritmo usato nello standard, consultabile pubblicamente nella FIPS-1997 del 2001.

La stessa cosa si sta ripetendo per uno degli algoritmi di hash più usati nel DSS (Digital Signature Standard). Infatti qualche mese fa è stato pubblicato un tipo particolare di attacco che riduce la difficoltà di ricerca delle collisioni dell'algoritmo SHA-1.

L'attacco proposto non è così pericoloso e computazionalmente fattibile come quello a DES, ma il NIST ha deciso di muoversi con anticipo ed ha annunciato un bando per selezionare un nuovo algoritmo di hash.

La presentazione dell'algoritmo ha come termine la fine del 2008, mentre per il 2011 è prevista la scelta del vincitore.

Be'... se volete entrare nella storia dell'informatica, fatevi sotto con il vostro algoritmo.

Ciao.

Security links and news: 2007-02-06

Eccomi qui a presentarvi un po' di link interessanti che ho avuto modo di

  • Un interessante wiki di un progetto che si propne di raccogliere tutti gli exploit conosciuti di tutte le vuknerabilità pubblicate nei security bulletin di microsoft: ElseNot Project



  • Altro link interessante è il primo numero di una buona e-zine .Aware il cui primo numero è uscito a gennaio. Per chi si diletta con gli exploit segnalo un articolo che approfondisce con esempi una delle tecniche presentate da Phantasmal Phantasmagoria nel suo paper "The Malloc Maleficarum" (ho iniziato la lettura e spero di aver tempo di terminarla e di fare qualche commento): .Aware Alpha Ezine

Caro e buon vecchio Ping of Death

Perchè parlare del Ping of Death all'alba dell'A.D. 2007?

Ping of Death mi ricorda le belle schermate blu di Windows e da quei tempi di acqua sotto i ponti ne è passata, soprattutto nel campo dell'information security.
Pare invece che qualcuno vedrà anche dei kernel panic su alcuni sistemi Unix grazie al protocollo ICMP.
Infatti il 30 gennaio 2007, la Sun Microsystem ha rilasciato un advsory ed una relativa patch riguardante una vulnerabilità dal nome poco rassicurante: A Security Vulnerability in Solaris 10 ICMP Handling May Allow a SystemPanic and Result in Denial of Service (DoS)

Non è certo un piacere ricontrare un bug abbastanza grave nell'implementazione dello stack di rete di Solaris. Un po' perchè si tratta di un bug a livello kernel, un po' perchè Solaris 10 è comunque discretamente diffuso.

Questo è un esempio lampante di come, nonostante siano stati fatti passi da gigante nelle tecniche di protezione, ci sia ancora tanto da fare.
Ecco qui il link all'advisory: Advisory